Evoluzione del concetto di tempo nei bambini tra i 6 e i 10 anni

Se si dice ad un bambino di 5 anni che alle quattro del pomeriggio si va al parco, lui risponderà: “andiamo adesso, andiamo adesso”, in quanto il bambino non ha ancora maturato la percezione temporale. Quando un bambino comincia a distinguere le ore, i minuti e i secondi? Intorno ai 7-8 anni. Per arrivare a questo tipo di percezione, ci sono dei passaggi precedenti importanti. La prima scansione temporale che avviene naturalmente con la crescita è basata sui bisogni primari, cioè la fame e il sonno. Poi, il bambino man mano che cresce, percepisce il giorno (luce) e la notte (il buio). Quando è buio si va a nanna e quando c’è la luce ci si sveglia e si fanno le attività di vita quotidiana. Successivamente, il bambino riconosce le fasi della giornata: mattina, pomeriggio e sera. Poi, il bambino inizia a riconoscere l’oggi e il domani e man mano la percezione temporale si affina sempre di più, finché arriverà a capire la distinzione delle ore, minuti e secondi. Pertanto, esiste un evoluzione di sensibilità di percezione temporale che man mano si affina sempre di più. Questo comporta che ci sono dei segnali esterni ambientali sui quali, ad esempio, il corpo fisiologicamente si sincronizza. Si ha fame ad una certa ora, si hanno dei bisogni ad una certa ora, si va a dormire ad una certa ora. Questo ci porta a capire quello che è il concetto di ritmo circadiano, ossia un orologio biologico che ognuno ha internamente, che scandisce l’ora di veglia e l’ora di sonno, basata su una secrezione ormonale, la melatonina, la quale quando inizia a calare il buio comincia ad essere prodotta in quantità più elevata e ci si predispone a dormire. Ci sono altri parametri fisiologici del ritmo circadiano, come la frequenza cardiaca e la temperatura corporea. Se si misura la frequenza cardiaca a riposo di mattina, non è uguale a quella di riposo del pomeriggio e della sera. Stessa cosa per la temperatura corporea.

A livello di attività motoria, i bambini percepiscono un’azione ciclica, cioè una cosa che inizia, finisce e poi si ripete e che di conseguenza produce quello che è un ritmo. Quindi, di pari passo a alla percezione del tempo, va la strutturazione del ritmo.

Il ritmo è una sequenza di azioni che viene riprodotta con una scansione temporale regolare o irregolare e ripetibile.

Il ritmo può essere dato da:

  • una cadenza, cioè un’azione ritmica che viene espletata regolarmente con un accento (ritmo regolare). L’esempio pratico sono tutti quei movimenti ciclici come camminare, correre, pedalare ecc. Pà.pa.pà.pa. Uno, due, uno, due.
  • Una struttura ritmica, cioè una sequenza di cadenze (con più accenti; ritmo irregolare) che determinano il ripetersi di un azione. L’esempio pratico sono tutti quei movimenti aciclici come quando un pallavolista schiaccia prendendo la rincorsa. Qual è la struttura ritmica che sta dietro alla sequenza di passi, al salto e all’atterraggio? Pà…pàpà…pà. Uno, due, unduètrè.

L’insegnante di scienze motorie può aiutare il bambino di 6-7 anni a migliorare la sua percezione temporale agendo sul ritmo, facendogli acquisire la capacità di ritmizzazione, utile per la base dell’attività motoria e sportiva. Si pensi alle attività cicliche, come capire e percepire qual è un ritmo di bracciata o un ritmo di corsa o ad esempio la sequenza di passi corretta per effettuare il salto in lungo, il terzo tempo nella pallacanestro e così via… (lasciando stare ovviamente le discipline con la base musicale dove il ritmo è sovrano, come il nuoto sincronizzato, la ginnastica ritmica, ecc… e diventa quindi una condizione indispensabile).

La capacità di ritmizzazione o di ritmo è la capacità di organizzare nel tempo le sequenze e le successioni di un determinato movimento, determinandone l’intensità, la velocità, la periodicità, la durata e le pause.

Esercitazioni pratiche rivolte ai bambini di 6-7 anni per allenare la percezione temporale (capacità di ritmizzazione o di ritmo):

Ritmo interno (il ritmo che ognuno si dà):

  • Correre o camminare con un’andatura costante libera;

Ritmo esterno:

  • Riprodurre una cadenza o struttura ritmica (data da un metronomo, battito di mani, tamburello) con un’azione motoria (come il battito di mani, salti, andature oppure facendogli battere fortemente il piede sul pavimento, ad esempio ogni 2 suoni: Pà.pa.pà.pa) mentre gliela si fa ascoltare;

Ritmo interno sincronizzazione con ritmo esterno:

  • Far riprodurre ai bambini una cadenza o una struttura ritmica con un’azione motoria dopo avergliela fatta ascoltare;

Ritmo esterno senza l’udito, ma con la vista:

  • Far riprodurre ai bambini una cadenza o una struttura ritmica disegnata alla lavagna con un’azione motoria;
  • Gioco “campana”: saltellare nei quadrati disegnati a terra in modo da produrre una cadenza;
  • Saltare nei cerchi disposti a terra a distanze diverse in successione, creando così una situazione in cui l’andatura, che i bambini riproducono all’interno dei cerchi, abbia una cadenza ritmica.

Con l’evoluzione del bambino, all’età di 8-9-10 anni, si è sviluppata una buona capacità di ritmo. L’obbiettivo ora è migliorare la percezione della durata (secondi, minuti e ore). Le esercitazioni e i giochi proposti ai bambini di questa fascia d’età, saranno finalizzati ad interiorizzare la durata delle azioni motorie.

Esercitazioni pratiche rivolte ai bambini di 8-9-10 anni per allenare la percezione temporale (percezione della durata):

  • A coppie, uno dei due corre e l’altro cronometra. Il bambino che corre, si ferma quando pensa siano trascorsi 30 secondi e poi verifica se effettivamente corrispondono al tempo reale cronometrato dall’altro compagno. Il compagno che corre, la prima volta che esegue l’esercizio, non deve contare i secondi nella mente, mentre la seconda volta sì;
  • A coppie, da seduti, uno di fronte all’altro ad una certa distanza, lanciare la palla al compagno facendola rotolare e finché rotola, pronunciare una vocale;
  • Lanciare la palla ad un compagno facendola rotolare e rincorrerla per arrivare al compagno contemporaneamente con la palla;
  • Lanciare la palla ad un compagno facendola rotolare, rincorrerla raggiungendo il compagno dopo che gli è arrivata la palla;
  • Lanciare la palla ad un compagno facendola rotolare, rincorrerla raggiungendo il compagno prima che gli arriva la palla.

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