Quale acqua è meglio bere?

Dagli studi dell’idrologo francese Vincent, prof. d’igiene alimentare, si è dimostrata la relazione tra malattie e acqua potabile: dove l’acqua aveva un residuo fisso basso, la mortalità era inferiore.

Chi era Claude Vincent?

Vincent era un idrologo francese nato nel 1906 a Puy in Francia, nel 1926 divenne professore d’igiene alimentare. Nel 1936, dopo 10 anni di studi, Vincent scoprì le leggi bioelettroniche dell’acqua grazie all’enorme quantità di dati statistici sulla popolazione che il governo francese gli aveva messo a disposizione. In una delle sue missioni estere in Libano negli anni 50, debellò alcune epidemie di infezioni batteriche intestinali e delle vie aeree superiori, facendo bere alle persone colpite soltanto acqua bioelettronicamente pura.

Cosa sosteneva Vincent?

Vincent sosteneva che il tasso di mortalità per ogni tipo di malattia e in particolare tubercolosi, affezioni cardiovascolari e cancro, è direttamente legato alla qualità dell’acqua distribuita alla popolazione. Esso cresce in modo particolare quando le acque sono molto mineralizzate e rese potabili artificialmente dopo trattamento fisico ed aggiunte di prodotti chimici ossidanti. In pratica afferma che un’acqua con residuo fisso alto (molti minerali disciolti) influisce negativamente sulla salute delle persone, perché inibisce la funzione principale dell’acqua: ovvero quella di legarsi alle tossine e di espellerle attraverso urina, sudore e respirazione. L’acqua perde così la sua funzione depurativa.

Cos’è il residuo fisso?

Il residuo fisso indica la quantità di sostanza solida perfettamente secca che rimane dopo aver fatto evaporare in una capsula di platino, una quantità nota di acqua a 180° e viene espresso solitamente in milligrammi per litro (mg/l).

Come vengono classificate le acque in base al residuo fisso?

Le acque minerali in funzione al residuo fisso si distinguono in:

  • Minimamente mineralizzate: hanno un residuo fisso inferiore a 50 mg/l; si tratta di acque “leggere” altamente digeribili e povere di sali minerali, le quali favoriscono la diuresi e facilitano l’espulsione di piccoli calcoli renali, perciò hanno un ottimo effetto depurativo. Particolarmente indicate nell’alimentazione dei neonati, ma anche per chi soffre d’ipertensione e ritenzione idrica;
  • Oligominerali: hanno un residuo fisso tra 50 e 500 mg/l; favoriscono la diuresi, perciò hanno un ottimo effetto depurativo fino a 110 mg/l e un effetto depurativo soddisfacente fino a 140 mg/l circa. Indicate per chi soffre d’ipertensione e ritenzione idrica;
  • Minerali: hanno un residuo fisso tra 501 e 1500 mg/l. Contengono una percentuale consistente di sali minerali e pertanto non devono essere bevute in quantità eccessive (massimo un litro al giorno), quindi meglio alternarle con acqua oligominerale o minimamente mineralizzata. Hanno applicazioni diverse a seconda del tipo di sostanze in esse presenti (calcio, zolfo, ferro, magnesio, potassio, bicarbonato ecc.);
  • Ricche di sali minerali: hanno un residuo fisso maggiore 1500 mg/l. Sono molto ricche di sali minerali, pertanto devono essere bevute specificamente a scopo curativo e su consiglio medico. Si acquistano in farmacia, ma alcune si trovano anche nei supermercati.

Cos’è la conducibilità elettrica e la durezza?

Altri due parametri dell’acqua importanti sono: la conducibilità elettrica e la durezza.

La conducibilità elettrica dell’acqua indica il suo grado di mineralizzazione. Quanto maggiore è la quantità di sali minerali e sostanze disciolti nell’acqua, tanto più alta è anche la sua conducibilità elettrica. Viene misurata in micro-siemens per centimetro (µs/cm).

La durezza rappresenta la concentrazione totale di calcio e magnesio nell’acqua, il cosiddetto “calcare”. Viene misurata prevalentemente in gradi francesi (°F).

Qual è l’acqua migliore e perché?

L’acqua migliore in generale, laddove non ci siano altri problemi di salute, è l’acqua minimamente mineralizzata e oligominerale povera di sali minerali (residuo fisso massimo 140 mg/l).

Questo perché i sali minerali contenuti all’interno dell’acqua sono per la maggior parte inorganici, quindi l’organismo ne assorbe solo una piccola parte, mentre la parte restante in eccesso provoca un sovraccarico di elettroliti nel sangue. La principale funzione dell’acqua, infatti, è di depurazione e d’idratazione, più che di nutrimento. Se si lascia svolgere all’acqua la funzione di nutrimento, verrà meno quella di depurazione (le molecole di H2O si legano ai sali piuttosto che alle tossine da espellere). La funzione di nutrimento spetta al cibo piuttosto che all’acqua, dato che il cibo contiene sali minerali organici (più assimilabili per l’organismo umano) e anche in quantità notevolmente maggiori rispetto l’acqua.

Tabella delle acque in bottiglia in relazione agli effetti sull’organismo

Ecco la tabella riassuntiva delle correlazioni fra la quantità delle sostanze disciolte nell’acqua (e quindi la sua conducibilità elettrica) e gli effetti che ne derivano sull’organismo umano, basata sugli studi dell’idrologo francese Prof. Louis Claude Vincent:

Tabella aggiornata il 24/02/2019

Il residuo fisso alto fa sempre male?

Dipende. In condizioni di salute ottimale un residuo fisso alto nell’acqua può avere controindicazioni: i sali minerali in eccesso si accumulano nel corpo provocando ad esempio calcoli renali o altri tipi di scompensi.
In condizioni di salute precarie, in presenza di determinate patologie, i medici possono consigliare acque ricche di sali minerali a scopo terapeutico, per esempio l’acqua:

  • ferrosa è indicata per chi soffre di anemia;
  • fluorata è indicata per chi soffre di carie o altri problemi dentali;
  • bicarbonata è indicata per contrastare l’acidità gastrica e aiutare la digestione;
  • calcica è indicata per chi soffre di osteoporosi;
  • solfata è indicata nelle malattie dell’apparato digerente e delle vie biliari.

Per cosa è indicata l’acqua a basso residuo fisso?

Per prevenire i calcoli renali è consigliata un’acqua a basso residuo fisso e quindi con basse quantità di sali di calcio; tale acqua facilita l’espulsione di piccoli calcoli renali per chi ne è già affetto.

Per combattere l’ipertensione è consigliata l’acqua a basso residuo fisso, povera di sodio e di sali minerali. Questa tipologia di acqua è particolarmente leggera e facilmente digeribile, quindi è adatta per quei soggetti ipertesi, predisposti all’ipertensione e che seguono una dieta iposodica perché soffrono di pressione alta.

L’acqua a basso residuo fisso è molto indicata anche per contrastare la cellulite, soprattutto se povera di sodio. Questa tipologia di acqua aiuta ad eliminare le scorie tramite la diuresi riducendo la ritenzione idrica, depurando allo stesso tempo l’organismo.

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